Libera Foggia ricorda i fratelli Luciani
Una mattina come le altre quella del 9 agosto 2017, sveglia all’alba per raggiungere i campi. Non lo sanno che sono le loro ultime ore, perché saranno testimoni consapevoli (si, consapevoli perché hanno tentato di fuggire all’orrore a cui hanno assistito) di un agguato in piena regola. Un commando di 4 o 5 uomini raggiunge l’auto in cui viaggia il boss Mario Romito e suo cognato, freddati da una pioggia di proiettili. Aurelio e Luigi capiscono il pericolo, forse riconoscono anche qualcuno e tentano la fuga. Vengono inseguiti e uccisi senza nessuna pietà.
"Da quel giorno si sono susseguite senza sosta inchieste giornalistiche, incontri istituzionali, interviste e manifestazioni. Soprattutto si sono concentrate, ancor di più, le forze di uno Stato che è consapevole che in provincia di Foggia si sta giocando una partita importantissima, molto delicata, a causa delle grandi ferite che la comunità locale ha subito negli anni e che ancora non si rimarginano.
Accanto a tutto questo si è attivato un percorso collettivo importante e consapevole: oggi a San Marco in Lamis esiste un presidio di Libera intitolato proprio ai fratelli Luciani che, con fatica ed impegno, prova a riprendersi il proprio territorio, contaminando anche il resto del Gargano, ancora protagonista di mutamenti e fragilità profonde.
Una ventata di speranza si è avuta ad ottobre del 2018 con l'arresto di due persone coinvolte nell'organizzazione della strage. Proprio per sorreggere quella speranza e per essere accanto alla famiglia Luciani, Libera ha deciso, per la prima volta in Puglia, di costituirsi parte civile al processo che ne è scaturito. È un segnale fortemente simbolico per continuare a sostenere la richiesta di attenzione che da tempo arriva da questa provincia, rimarcando ancora una volta che c'è bisogno di prendere posizioni chiare e nette, di fare luce su eventi così gravi."
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Piero Paciello
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